fare un rogo dei libri sarebbe poco politically correct. Perciò i vari potenti del mondo hanno trovato un nuovo metodo per far fuori i libri. Un modo che rispetti l’agenda della transizione ecologica: rendere analfabeti i bambini.
Leo Löwenthal, è uno dei brillanti intellettuali che l’Europa degli anni ’30 del secolo scorso ha fatto fuggire. Egli era stato testimone, nella primavera del 1933, del rito forsennato e collettivo ordinato da Hitler di mettere al rogo i libri sgraditi, per celebrare la vittoria del nazionalsocialismo.
Da storico sapeva che la violenza di quell’orgia andava oltre l’ubriacatura del momento: serviva a uccidere il passato e tutto quanto nel passato poteva contenere conoscenza, stimolare pensiero critico e creativo, concedere alternative alla storia. Significava uccidere il nome, dunque l’esistenza, di donne e uomini che avevano costruito il patrimonio immateriale del sapere condiviso.
La storia dell’umanità è stata piena di riti del genere: di roghi dei libri.
Il primo grande rogo del mondo occidentale è la distruzione della biblioteca ebraica di Gerusalemme, quando nel 168 a.C. i re Siriani tentarono di ellenizzare il Popolo Ebraico. Diocleziano e Costantino fecero a gara nel distruggere, il primo la letteratura cristiana, il secondo quella pagana. L’imperatore dell’antica Cina Shih Huang-ti fece bruciare tutti i libri scritti da Confucio e prima del suo regno, condannando a morte per seppellimento o ai lavori forzati per la costruzione della Grande Muraglia coloro che avessero nascosto libri in casa. Durante l’Inquisizione il fervore con cui i censori si installavano nelle case di eruditi e professori universitari per passare al setaccio tutto quanto di scritto contenessero, assorbiva tutte le loro giornate fino al completamento del repulisti. Perfino l’Enciclopedia avrebbe dovuto essere incenerita, ma poiché era costata molti soldi (solo questo il vero motivo?), si decise di chiuderla nell’armadio dei veleni. Il primo vescovo del Massico fece bruciare la letteratura Azteca. Durante il regime stalinista furono milioni i libri di scrittori definiti “non persone” inceneriti insieme alla memoria dei loro autori. Dunque Hitler e i suoi sostenitori non furono un’eccezione. Forse per questo Ray Bradbury scrisse il suo famoso romanzo di fantascienza Fahrenheit 451, per tentare di mettere in guardia contro il ripetersi di questa compulsione di chi esercita il potere, ad azzerare la storia del pensiero e l’atto stesso di pensare annientando chi osi coltivare questo vizio. Il suo romanzo del 1953 è ambientato dopo il 2022. Difficile resistere alla seduzione di vedercisi specchiati dopo tre anni di controllo, falsificazione e censura di notizie che non fossero, e ancora non siano, gradite a chi paternalisticamente pensa di governare per il bene dell’umanità. Tre anni in cui la storia della medicina, della psicologia e della scienza in generale, sono state azzerate e le persone sembrano tornate ai tempi dei giochi di gladiatori e belve al Colosseo. Solo, ora celebrate dietro i lustrini e i rumori di chermes musicali usate per veicolare qualsiasi cosa che stordisca e confonda: tutto è permesso ed esibito, purché per finta.
Ai tempi di Bradbury l’ecologia era una disciplina troppo giovane e solo i biologi e i naturalisti che l’avevano creata sapevano cosa volesse davvero dire il nome scelto per lei, (per la verità penso sia ancora così; vuol dire prendersi cura della propria casa). Ma oggi, che siamo davvero lanciati dopo il 2022, fare un rogo dei libri sarebbe poco politically correct. Perciò i vari potenti del mondo hanno trovato un nuovo metodo per far fuori i libri. Un modo che rispetti l’agenda della transizione ecologica: rendere analfabeti i bambini. Sono già arrivati a buon punto se, stando ai dati del Ministero dell’Istruzione, i disturbi di letto scrittura e capacità di calcolo sono aumentati del 364% in dieci anni (dati del 2018) e se, secondo l’indagine Piaac-Ocse del 2019, l’analfabetismo di ritorno o funzionale, in Italia, riguarda il 28 % della popolazione tra i 16 e i 65 anni. L’ analfabetismo funzionale riguarda persone che pur avendo concluso un ciclo di studi superiori non è in grado di leggere e comprendere un articolo di giornale. Leggere libri nemmeno parlarne! È un dato tra i più alti d’Europa eguagliato solo dalla Spagna. Secondo una ricerca, relativa sempre all’Italia, di Save the Children quasi il 25% dei quindicenni è sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi uno su cinque in lettura. Percentuale che raggiunge rispettivamente il 36 % e il 29 % fra gli adolescenti che vivono in famiglie con basso livello socio-economico, aspetto su cui gioca un ruolo fondamentale la storica differenza tra nord e sud del Paese. Aspettiamo di vedere la situazione dopo la pandemia, se avremo la grazia di disporre di informazioni fondate e comparabili scientificamente.
Al progetto “niente roghi di libri, inquinano” darà un grande contributo Il nuovo Piano scuola 4.0 per l’innovazione entro il 2030. Esso prevede che vengano usati "...dispositivi per la comunicazione digitale, per la promozione della scrittura e della lettura con le tecnologie digitali, per lo studio delle STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics, N.d.R.), per la creatività digitale, per l’apprendimento del pensiero computazionale, dell’intelligenza artificiale e della robotica, per la fruizione dei contenuti attraverso la realtà virtuale e aumentata".
Non sarà più necessario preoccuparsi di distruggere i libri, basterà che vengano digitalizzati solo quelli autorizzati e sarà stato dato un contributo alla salvezza del pianeta!
Gli altri, anche se materialmente esistenti, non saranno più di fatto accessibili. Così già avviene per alcuni oggetti, come il telefono con il cavo che, messo in mano ad un bambino non sa da che parte prenderlo e per quale scopo (performance usata come vero test psicologico).
I libri, saranno oggetti di cui si sarà dimenticato come farne uso?
Come Bradbury, nella conclusione del suo romanzo, siamo certi che ci sono persone che lavoreranno perché ad ogni generazione un numero sempre maggiore di cuccioli d’uomo si ricordi e mantenga la scintilla del pensiero autonomo e divergente di cui i libri sono scrigni.