Leggo, è il primo aprile, su uno dei pochi quotidiani che riportano la notizia (La Verità, 1 aprile 2022), che il The New England Journal of Medicine documenta una ricerca americana (finanziata dal Dipartimento della Difesa statunitense) che “riabilita il dottor De Donno”, certificando che le sue ricerche sul “plasma convalescente” erano e sono valide e presentano una importante efficace cura contro il Covid 19. Ricerche e cura che Iss, Aifa, il Ministro Speranza&C hanno prima deriso, poi scippato e contemporaneamente cestinato. I ricercatori (viene citato David J. Sullivan della Bloomberg School of public Health di Baltimora) hanno lavorato per 16 mesi in 23 sedi diverse degli Stati Uniti.
Mi sembrava una notizia da prima pagina, dove però fino ad oggi (15 aprile) non è comparsa. Mentre comincia a ventilarsi sempre più l’utilità/necessità/imposizione della quarta dose et ultra: questa sì senza nemmeno una minima percentuale delle validazioni scientifiche che venivano chieste al Dr. De Donno, e che lui aveva ed incrementava. Mentre si continuano ad ignorare le validazioni, come è stato fatto per i bambini anche riguardo alla prima dose, che per la quarta dose (e non solo) invitano alla massima cautela se non a soprassedere.
Prima di morire il Dottor De Donno aveva dichiarato che la sua “terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo” (le stesse conclusioni dei ricercatori statunitensi). Poi però il Dottore aggiungeva “non fa miliardi. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma”. Medico di campagna dopo lo scippo da occultamento e lapidazione ministeriale con intervento dei NAS –per giunta a seguito della guarigione di una signora incinta- nel reparto di cui era primario pneumologo.
DEMOCRATICA definiva il Dr. De Donno la cura che utilizzava, con rigore scientifico e, come il metodo scientifico vuole, con precisi protocolli e verifiche di sperimentazione. Forse dimostrare che il democratico e il poco costoso funziona non piace a tanti dediti al narcisistico elogio delle proprie pensate ed alla conseguente elevazione delle stesse a scienza religiosamente unica e altrettanto inquisitoriamente in dovere di scovare i reprobi “casa per casa” per metterli alla gogna mediatica prima di espellerli dalla vita civile, fatta di dignità, di lavoro, di poter esercitare almeno i diritti/doveri fondamentali (tra cui quello di proteggere anche la propria salute, fisica e mentale).
Quello che mi indigna (v. S. Hessel) è il poco o nullo sostegno visibile avuto dai Colleghi medici e sanitari, ma anche da noi, zittiti dalle falangi “scientifiche e mediatiche” del superministero della paura con adeguato accompagnamento dei vertici degli Ordini delle professioni sanitarie. Che non hanno sprecato un centimetro cubo del proprio fiato per pretendere la liberalizzazione dei brevetti, come doveroso in pandemia: tutti uniti in ordine sparso! Per cui non faccio fatica ad immaginare altri scenari di critica feroce, dileggio ed emarginazione, dal momento che da psicoterapeuta so da decenni che esistono anche i suicidi istigati: si può uccidere anche senza sporcarsi le mani. Ancora di più se protetti da adeguati scudi di impunità.
Mi indigna ancora di più il sostegno dei partiti e dei sindacati ad una gestione sanitaria, in gran parte in mano agli stessi che nei decenni precedenti hanno smantellato il sistema della Salute, che ha dimostrato ripetutamente e ossessivamente di non saper promuovere ricerca e salute, ma di impegnarsi invece a promuovere ripetuti “rinforzini” con dosi ravvicinate di un unico prodotto (di cui per altro ci tiene ampiamente all’oscuro e che come vediamo dai bilanci “fa miliardari”) e soprattutto di affidare tutti gli altri scienziati ricercatori e pensatori ai vari plotoni di esecuzione. Così nessuna doverosa enfasi, e tanto meno scuse dal momento che il Ministero aveva fatto ricorso quando il Comitato per le cure domiciliari aveva ottenuto giusto riconoscimento giuridico, ai dati di questi ultimi giorni, secondo cui la protezione tramite le corrette cure domiciliari ha visto percentualmente molti meno morti rispetto ai malati trattati con i protocolli applicati in ospedale.
Maliziosamente, non ostante il periodo pasquale, verrebbe da pensare che dal momento che fossero state riconosciute cure valide cadeva la base per continuare l’esclusiva somministrazione di sieri con autorizzazione provvisoria e sperimentale, e riapriva la strada ad una gestione DEMOCRATICA e scientificamente controllabile e socialmente partecipata della salute. Così, mentre De Donno e altri medici dileggiati o silenziati salvavano vite, il Ministro ed i Suoi cortigiani (compresi i direttivi degli Ordini professionali) decretavano e continuano a decretare (perseverare diabolicum…) che quanto era assodato da decenni nella scienza medica andava scomunicato, a cominciare dalle difese immunitarie naturali sotto forma di anticorpi (di cui “gli scienziati della salute” hanno bandito il rilevamento prontamente affiancati da stuoli di sanitari ed influencer), dalla provata inutilità se non dannosità dell’inoculazione ai minorenni, dal perseverare su protocolli rigidi e superati, in parte dannosi e puntigliosamente ripetuti, dall’ignorare ogni ricerca che allargasse la possibilità di conoscenza e di cura, includendovi il diritto al lavoro, alla scelta, alla convivialità (cioè salute mentale). Laddove invece, come scrive Marcello Veneziani, “l’intelligenza è la capacità di studiare e provare varianti e alternative. L’intelligenza collega il possibile al reale, comprende che le possibilità eccedono sui fatti, e le seleziona, le mette in campo”. (Marcello Veneziani. La Cappa, p. 120).
Mi verrebbe da gridare che dobbiamo indignarci, rivendicare il diritto di poterlo non solo pensare, ma dire: con la voce e con libere scelte e democratiche elezioni. Ma è Pasqua e ho scritto queste righe perché non voglio che la Resurrezione passi senza un AUGURIO e un GRAZIE al dottor De Donno e a chi come lui (e ne conosco qualcuno) sta oltre i protocolli per promuovere la “medicina e la salute di campagna” dimenticata e disprezzata dai detentori del nostro sistema sanitario, perché efficace, poco costosa, più impegnativa per i sanitari, umana, rispettosa delle persone e di Madre Natura, di cui noi siamo parte.