La puntata di Piazza Pulita del 3 novembre, grazie al suo intraprendente conduttore Corrado Formigli ha davvero fatto piazza pulita su ogni dubbio che vi sia la volontà di comprendere quanto è avvenuto in questi quasi tre anni di gestione pandemica.
Chiunque può rivedere la puntata su YouTube.
Qui mi limito a segnalare solo alcuni passaggi per un minimo di decenza e di rispetto verso la povera Scienza, sbrindellata e piegata in modo ignobile da chi dovrebbe difenderla e divulgarla.
Mi riferisco ai due titolati ospiti, (Formigli ha ripreso il dottor Giacomini quando non ha usato idoneamente il titolo di “professore”!) prof. Alessandro Vespignani e prof. Andrea Crisanti.
Tema della serata era il reintegro dei medici (come se gli altri Cittadini che non hanno la laurea in medicina non esistessero. Una questione di titoli?).
La tesi sostenuta dal conduttore e dai suoi ospiti titolati è che si tratti di un’amnistia che il nuovo Governo elargisce a scopo politico, così come si usava nelle antiche monarchie: aprire le galere in occasione di matrimoni strategici, nascite di eredi al trono e insediamenti di nuovi regnanti. Il compito di Formigli e dei suoi consulenti era dimostrare la tesi strenuamente propugnata in tutti questi mesi dal Gruppo Editoriale da cui è assunto, non promuovere un reale dibattito informato.
Del prof. Crisanti mi limito a prendere atto del suo ormai noto atteggiamento ondivago. Ricordo che appena messo in commercio il prodotto Pfizer, aveva correttamente osato dire che prima di inocularselo avrebbe voluto saperne di più, ma dopo essere stato subissato di critiche fece marcia indietro. La marcia che in questi mesi gli viene di usare più spesso.
Il prof. Vespignani ha invece esplicitamente confermato che dal punto di vista epidemiologico, è vero che non c’è “nessun impatto” per la trasmissione di contagio ai pazienti. Ma: “C’è un impatto di che cosa si manda come messaggio rispetto allo strumento del vaccino. È una cosa più di principio. Il dottor Giacomini… non è d’accordo con il 99% dei sui colleghi…, non è d’accordo con tutte le istituzioni italiane, con l’ISS, con l’AIFA, non è d’accordo con le istituzioni internazionali, con tutte le istituzioni mediche del mondo…è un problema reintegralo …perché non è funzionale a un sistema, c’è un sistema, un sistema è fatto… purtroppo di gerarchie, non si fida più di quel sistema, perché deve operare in quel sistema?”
È proprio certo il professor Vespignani che siano così pochi in disaccordo con il sistema?
Per rispondere alla sua domanda suggerisco di guardare alla Storia della medicina. Tra i tantissimi esempi di Cassandre inascoltate ne scelgo alcune che offrono particolari assonanze e possibilità di apprendimento.
Luis Pasteur (1822-1895) dopo vent'anni di ricerche e di dimostrazioni dell'esistenza dei microorganismi, ancora nel 1882 dovette discutere aspramente con il famoso collega tedesco Robert Koch che contestava la teoria della biogenesi di Pasteur a favore della propria adesione a quella condivisa dalla comunità scientifica del tempo. Tale teoria era detta della generazione spontanea. Oggi essa ci appare vicina alla magia, poiché prendeva atto che qualcosa avveniva/appariva ma non si occupava di comprendere il processo che la generava. Esattamente come oggi la maggioranza ufficiale del sistema sanitario evita di studiare e dichiarare quale sia il processo attivato dal prodotto a mRNA e se esso possa produrre ragionevolmente effetti avversi. Altro argomento nemmeno sfiorato nel corso della trasmissione.
Ma torniamo alla Storia. Nel 1870 più del 60% degli amputati operati moriva di cancrena, perché la medicina "moderna” aveva abbandonato l'uso dei ferri roventi, troppo primitivi e l’uso di erbe disinfettanti perché disprezzato patrimonio delle "streghe". Nel 1874 il medico inglese Joseph Lister ringraziò ufficialmente Pasteur per aver dato un metodo all' asepsi e all' antisepsi (disinfettare le mani del chirurgo, gli attrezzi, le bende e le ferite)
Solo nel marzo 1886 a Pasteur venne riconosciuta l’efficacia della sua teoria “anti-sistema”, grazie al successo della sua sperimentazione di quella che diventò la prima procedura vaccinale (VERA). Ma ciò poté avvenire perché egli conosceva la Storia delle antiche pratiche di variolizzazione e gli studi del suo predecessore Edward Jenner.
Tuttavia fino ai primi del '900 molti pediatri non accolsero la sua teoria e conseguentemente la pratica della pastorizzazione del latte e della sterilizzazione delle tettarelle per i neonati, che cosi continuavano a morire di gastroenterite. Abbiamo il coraggio oggi di guardare cosa avviene ai bambini e alle donne gravide inoculate?
Non è male ricordare che gli aspri dibattitti scientifici tra Pasteur e Koch videro lo schieramento di Francesi versus Tedeschi, per una questione fondamentale: chi dei due Paesi potesse vantare la miglior ricetta di produttori di birra. Già, le guerre commerciali e i loro profitti erano già di moda e più interessanti della salute pubblica.
Il suo contemporaneo Ignaz Semmelweiss (1818-1865), a metà ‘800 lavorava a Vienna come ginecologo e ostetrico. Nella città c'erano due cliniche ostetriche una per le nobili e ricche borghesi, una per le povere e operaie. Egli aveva osservato (il primo passo del metodo scientifico), che nel secondo si registrava una vera e propria moria da febbre puerperale. Teniamo presente che il medico all’epoca rivestiva il ruolo culturale del progressista anticlericale e liberale. La spiegazione che tutta la comunità medica si dava era che le donne povere arrivavano alla fine della gravidanza in uno stato di denutrizione e debilitazione importante. Spiegazione socialmente e politicamente molto evoluta.
Ma Semmelweiss non ne fu convinto, benché fosse una bella teoria mainstream e progressista, perché le donne povere preferivano partorire in casa, e i dati mostravano che febbri e decessi post partum avvenivano nell’ospedale. Perciò cominciò ha considerare altre variabili seguendo un protocollo di osservazione. Questo si chiama fare Scienza. Scopri così che la presunta debolezza congenita delle donne povere non era reale, ma che la sepsi viaggiava attraverso le mani degli studenti e dei medici che passavano dagli obitori alle puerpere senza disinfettarsi. Grazie al metodo giunse autonomamente a conclusioni simili a quelle di Pasteur. Impose così procedure di disinfezione e igiene ai medici del suo reparto, con risultati eccellenti. La reazione del mondo accademico? L’antisistema Semmelweiss finì in manicomio dove morì senza riconoscimento. Si cercò di rimediare al torto solo nel 1969 quando gli fu intitolata l’Università di Budapest, perché ungherese di nascita. Ci ricorda la storia del dottor Giuseppe De Donno?
Anche questa volta dovremo attendere più di 100 anni perché il sistema accademico e politico voglia vedere e ammettere?
Più vicino a noi nella storia è la vicenda di un altro antisistema, cocciutamente “divergente” Barry James Marshall (1951). Nel 1981, durante il periodo della sua residency presso la struttura di Medicina Interna del Royal Perth Hospital incontrò il collega Robin Warren, un patologo interessato alle patologie gastriche. Insieme scoprirono la presenza di batteri spiraliformi in coincidenza con casi di gastrite e iniziano a lavorare alla coltura dell’Helicobacter pylori. Con tale indagine cominciano a sviluppare e a documentare la loro ipotesi (anche questo è fare vera scienza) di lavoro sulla causa batterica dell’ulcera peptica e del tumore allo stomaco. Le ditte farmaceutiche (le stesse di oggi), videro subito minacciati gli ingenti interessi economici legati alla produzione di antiacidi. Sguinzagliarono convincenti informatori farmaceutici e finanziarono psicologi della comunicazione pubblicitaria per sostenere il “benemerito e gerarchico sistema”, che sponsorizzava detti farmaci che lenivano i sintomi ma non curavano l’ulcera peptica (ci dice qualcosa?). Per dimostrare che le cose non stavano così e che un uso inappropriato di un farmaco in realtà impedisce di risolvere il problema, Marshall eseguì la sperimentazione su sé stesso (1984). Bevve una soluzione concentrata di organismi vivi che infettarono fortemente il suo stomaco causando i sintomi della gastrite, dalla quale successivamente si curò. La sua tenace divergenza interna al sistema ha consentito di rendere oggi accettate e condivise le conoscenze sull’Helicobacter.
Chi trova sconveniente e molesto che ci siano medici che criticano il sistema dall’interno considera quali parti del sistema siano interessate alla salute, alla medicina, al potere personale, al banale commercio o semplicemente non abbiano studiato a sufficienza?
Da psicologa psicoterapeuta sistemica (esperta nel funzionamento dei sistemi umani e nei processi di comunicazione) devo includere nelle Cassandre due personaggi del mio ambito scientifico, quello della salute mentale, dal momento che il sistema ha osato usare il TSO di massa per proteggere la propria autoconservazione e liquidare come “fragilità individuale slatentizzata” (venuta a galla) gli effetti di una gestione psichiatrica della vita dei cittadini.
Come ha dichiarato Formigli: “se si vaccinavano, - leggi piegavano -, non avrebbero tolto loro lo stipendio, - leggi non avrebbero messo loro la camicia di forza-.
Non è una metafora succede realmente ancora!
La Storia della cura mentale delle Persone ci consegna Enrico Morselli (1852-1929) appassionato avversatore del metodo disumano, ma universalmente e per lungo tempo utilizzato, di indurre chimicamente il coma insulinico “per curare” i pazienti definiti “matti”. Chissà come mai non riusciva mai a superare i concorsi per cattedre universitarie. Stesso destino del collega più giovane Franco Basaglia (1924-1980) che, dopo anni di lotta, quando seppe che la legge 180/1978 era stata approvata, profetizzò che difficilmente il sistema avrebbe fatto in modo che si traducesse in una realtà diversa dalla prassi consolidata. Fu lungimirante e il sistema se l’è cavata intitolandogli la legge.
Non ho difficoltà a dichiarare pubblicamente che l’attuale squadra di Governo non ha ricevuto il mio voto, né che sono una iscritta ContiamoCi, dunque la mia non è una difesa d’ufficio, ma il frutto dell’abitudine ad esercitare pensiero onestamente critico ed informato. Ciò che le storie di questi Personaggi hanno da insegnarci è che per difendere e far progredire le Istituzioni utili ai Cittadini non si possono assecondare le tentazioni omeostatiche del sistema.
Ma a ciascuno il proprio mestiere. Penso che a Corrado Formigli gioverebbe studiare la Storia del giornalismo, anche solo la biografia di Enzo Biagi.